La controversa scritta sopra, apparsa nei graffiti sui muri della Barcellona invasa dai turisti nel 2018, ha inviato un chiaro messaggio dal pubblico locale allo sciame di visitatori che si recano in città ogni anno: porta i tuoi dollari turistici altrove. Ciò che sta al centro di un messaggio così ostile è il contraccolpo dei cittadini alla pandemia di “overtourism”, definito come un’estrema concentrazione di visitatori in un luogo che può portare al suo degrado e alla sua perdita di attrattiva. Questo fenomeno ha subito un brusco arresto nel 2020 a causa di una pandemia di proporzioni ancora maggiori, il COVID-19.
Nonostante il catastrofico impatto economico delle chiusure nazionali e dei piani di viaggio cancellati, la tregua dal turismo di massa offerta ai centri turistici europei durante la crisi sanitaria ha messo in discussione il modo in cui si svolgono le attività turistiche e culturali. Con i tentativi di un ritorno alla normalità ora in corso, stanno emergendo nuove iniziative che dimostrano che soluzioni più sostenibili e la soddisfazione della comunità locale non dovrebbero più passare in secondo piano rispetto a considerazioni basate sul profitto.
Una di queste iniziative è il nostro progetto DiOtherCity, finanziato da Erasmus+, che mira a fornire soluzioni alternative ai professionisti del turismo e delle industrie culturali e creative (CCI) per la creazione di tour e attività culturali nelle loro città. Il progetto propone un programma di apprendimento per adulti che mira ad affrontare non solo lo sviluppo di esperienze turistiche/culturali più sostenibili e approvate dalla comunità, ma si concentra anche sulla formazione di competenze hard e soft, poiché molti di questi professionisti sono stati licenziati o si sono trovati non qualificati per navigare nella realtà mutevole delle nostre interazioni sulla scia della crisi COVID-19.
Come parte della formazione fornita, il progetto dà la priorità allo sviluppo delle seguenti competenze per i professionisti del turismo e CCI:
- come condurre ricerche osulla storia e sulle particolarità di oggetti e quartieri del patrimonio, al fine di trasformare idee innovative in iniziative tangibili e concrete che possano attirare un pubblico in target
- come applicare lo storytellingcome tecnica per curare un’esperienza più coinvolgente per visitatori e consumatori (con un focus sui metodi di gamification e consigli sul marketing del tour/attività)
- come rafforzare le competenze imprenditoriali, in modo da creare opportunità di business più responsabili con i propri servizi/prodotti turistici e culturali (con ulteriori suggerimenti su come collaborare con le imprese locali per risolvere le sfide locali)
Oltre alle competenze sopra menzionate, il progetto dà la priorità anche allo sfruttamento del potenziale della tecnologia (e dei social media) per creare esperienze più coinvolgenti e interattive per visitatori e consumatori quando scoprono le città. Il briefing del 2019 commissionato dal servizio di ricerca del Parlamento europeo, intitolato “Occupazione nei settori culturali e creativi”, ha identificato gli adulti delle ICC come affetti da lavoro precario e ha rimarcato la loro mancanza di competenze imprenditoriali e digitali. Pertanto, la formazione e la creazione dei tour alternativi della città e delle esperienze culturali incorporeranno strumenti digitali, come la realtà aumentata, i codici QR, la geolocalizzazione e altri, per affrontare questo problema prevalente, reinventando e rinvigorendo il turismo e le pratiche culturali in processo.
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Inoltre, ciò che distingue davvero questo progetto e le iniziative che propone rispetto alle tipiche attività turistiche e culturali (che favoriscono grandi folle e idee prodotte in serie) è lo spostamento che fa invece dagli ‘hotspot’ verso le ‘perle nascoste’ di una città. Questi spazi alternativi situati lontano dai centri turistici e culturali sono conosciuti come periferie urbane. Il reindirizzamento dei flussi di visitatori lontano dai centri turistici/culturali congestionati e verso la periferia può soddisfare le pressanti richieste di pratiche più sostenibili. Tuttavia, il fascino della periferia si estende oltre l’attrazione di stranieri in cerca di “esperienze vissute” più autentiche – attira anche un pubblico locale curioso che si sente alienato dalle iniziative poco interessanti e impersonali offerte dal turismo di massa.
Il nostro risultato finale previsto con il progetto DiOtherCity è dimostrare come la creazione di narrazioni del patrimonio alternative e combinate con la creazione di contenuti digitali possa ispirare soluzioni vantaggiose per entrambi i professionisti del turismo e ICC e le comunità locali in cui operano. Indipendentemente dal fatto che la tua città stia affrontando problemi di sovraffollamento turistico o possa beneficiare di nuove forme di turismo, l’adozione di pratiche alternative e l’avventurarsi fuori dai sentieri battuti potrebbe portarti sulla strada del successo.
Per maggiori informazioni su #DiOtherCity restate alla ricerca di aggiornamenti sul sito del progetto, in arrivo!
Riferimenti:
Pasikowska-Schnass, M. (2019) Employment in the cultural and creative sectors. Briefing. European Parliamentary Research Service, p. 12. Disponibile qui.